Abstract
La letteratura scientifica sullo sviluppo delle innovazioni nelle economie di mercato si è concentrata prevalentemente sull'identificazione dei fattori da cui esse hanno origine. Poiché i brevetti sono stati identificati in letteratura come una misura in grado di approssimare la produzione di nuova conoscenza all'interno di un sistema economico, il presente lavoro mira a determinare i fattori alla base dell'attività brevettuale in diciotto regioni italiane dal 2012 al 2020. Come illustrato nella sezione metodologica, esiste una correlazione positiva tra la variabile dipendente - regional patent intensity index - definita come il rapporto tra il numero di brevetti concessi per invenzioni industriali in una singola regione e la popolazione residente nella stessa regione, e le seguenti variabili esplicative: i) la quota di spesa per ricerca e sviluppo intramuros sul PIL regionale; ii) la quota di esportazioni sul valore aggiunto regionale. Inoltre, i diversi settori dell'attività manifatturiera sono stati riclassificati utilizzando la tassonomia di Pavitt (1984), dimostrando che la transizione da settori supplier dominated e scale intensive verso settori science based e specialised supplier implica un aumento dell'attività brevettuale, in linea con il lavoro di Nelson e Winter (1982). Naturalmente, l'analisi dei processi innovativi non può prescindere dalle specificità che caratterizzano i contesti economico-produttivi delle regioni italiane. Per questo motivo, il secondo capitolo è dedicato esclusivamente ai modelli di sviluppo locale basati sui distretti industriali e tecnologici. Infine, l'ultimo capitolo è interamente incentrato sul ruolo svolto dalle politiche pubbliche nella formulazione di interventi volti a promuovere l'innovazione. A questo proposito, vengono passati in rassegna i principali interventi di politica dell'innovazione dagli anni Ottanta del secolo scorso fino alle Smart Specialization Strategies del 2014.